Dal combinato disposto delle norme riportate si evince che, in caso di omessa o tardiva dichiarazione, viene applicata, in aggiunta all’imposta dovuta, una sanzione sotto forma di sovrattassa (nella misura del 100% dell’imposta dovuta) e che le sovrattasse vengono ridotte qualora il pagamento dell’imposta venga eseguito entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di accertamento.
Orbene, fermo restando che la contribuente non ha invocato la riduzione, ma la non debenza, delle sanzioni irrogatele, la stessa, in violazione del principio di autosufficienza, non ha dedotto né, tanto meno, attestato quando le siano stati notificati gli avvisi di accertamento e, soprattutto, in quale data abbia eseguito il pagamento dell’imposta. In quest’ottica, incontestata l’affermazione contenuta nella sentenza qui impugnata, secondo cui le comunicazioni relative alla installazione della targhe viarie sarebbero state successive rispetto alla condotta abusiva posta in essere (non potendo, per l’effetto, essere assimilate a richieste/istanze di autorizzazioni, ai sensi dell’art. 28 del regolamento comunale), non ricorrono neppure i presupposti per disapplicare in via incidentale il detto regolamento, nella parte in cui esclude in via assoluta che la presentazione della dichiarazione e dell’eventuale attestazione del versamento dell’imposta per la pubblicità (esposta senza preventiva autorizzazione) possa esplicare effetti sananti quanto alle sanzioni applicate.