Redazione entratelocali.info

TARI/TARSU – Termine dell’occupazione – Denuncia cessazione – Obbligatorietà – CTR Lazio – Sentenza 4342 del 16/7/2019

“Circa la necessità di una prova rigorosa, non meramente presuntiva o indiziaria, in ordine ad una eventuale cessazione dell’occupazione prima della formale dichiarazione di cessazione (formale dichiarazione che comunque non vi è stata) va notato che certo essa non può esaurirsi, come avvenuto nel caso di specie, nella semplice produzione di un contratto di locazione, oltretutto stipulato forse con famigliari del legale rappresentante della T. srl, T.A. (tale T.G., classe (omissis) risulta A.U. della società S. srl): il contratto, sotto l’articolo 6, contiene disciplina relativa all’esecuzione dello stesso, che non è stato dimostrato minimamente sia stata osservata. Così non risulta che vi sia stata la formale consegna dei beni, che sia stato redatto il previsto verbale di consegna dei beni oggetto del rapporto di locazione, che siano state approntate dal conduttore le previste utenze idrica e per l’energia elettrica, utenze evidentemente indispensabili per il funzionamento e l’uso del compendio immobiliare. Ecco la prova tangibile che la parte avrebbe dovuto fornire. Né l’esecuzione del contratto è stata dimostrata per altra via (ad esempio, per la via più ovvia ossia tramite il pagamento del corrispettivo della locazione), mentre è interessante rilevare come tale contratto sia stato stipulato verosimilmente in una situazione di crisi della T. srl, fallita non molto tempo dopo, nel 2016.”

TARI – Violazioni ultrannuali e cumulo giuridico

“La Commissione osserva che il meccanismo del cumulo giuridico delle sanzioni tributarie prevede l’irrogazione di un’unica sanzione per la pluralità di violazioni commesse dal medesimo contribuente, determinata applicando alla sanzione prevista per la violazione più grave gli aumenti previsti dalla legge. Pertanto quando l’illecito continua ripetutamente in relazione alla medesima imposta ma in più periodi d’imposta la continuazione della violazione rientra nella disciplina del comma 5 dell’art. 12 del D.Lgs. n. 472/1997. “

TOSAP – Commissione Tributaria Regionale Lombardia – Sentenza 2791 del 27/6/2019 – Parcheggio condominiale – Dicatio ad patriam

“Ritiene il Collegio, che pur non essendo stata mai stipulata una convenzione tra il Condominio S., proprietario delle aree, ed il Comune di Sondrio, sulle stesse si sia validamente costituita una servitù ad uso pubblico mediante “dicatio ad patriam”, consistente nel comportamento del proprietario che, seppure non intenzionalmente diretto a dare vita al diritto di uso pubblico, metta volontariamente, con carattere di continuità (non di precarietà e tolleranza) un proprio bene a disposizione della collettività, assoggettandolo al correlativo uso al fine di soddisfare un’esigenza comune ai membri di tale collettività “uti cives”, indipendentemente dai motivi per i quali detto comportamento venga tenuto, dalla sua spontaneità e dallo spirito che lo anima (Civile Sent. Sez. 2 Num. 28632 Anno 2017; Civile Sent. Sez. 2 Num. 15618 Anno 2018).”

CONTENZIOSO – CORTE COSTITUZIONALE – Sentenza 158 del 25/6/2019 – Concessionario – Giudice competente

LA CORTE COSTITUZIONALE

dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 32, comma 2, del decreto legislativo 1° settembre 2011, n. 150 (Disposizioni complementari al codice di procedura civile in materia di riduzione e semplificazione dei procedimenti civili di cognizione, ai sensi dell’articolo 54 della legge 18 giugno 2009, n. 69), nella parte in cui dopo le parole «È competente il giudice del luogo in cui ha sede l’ufficio che ha emesso il provvedimento opposto» non prevede le parole «ovvero, nel caso di concessionario della riscossione delle entrate patrimoniali, del luogo in cui ha sede l’ente locale concedente».

 

“Difatti, il rapporto esistente tra l’ente locale e il soggetto cui è affidato il servizio di accertamento e riscossione comporta che, ferma la plurisoggettività del rapporto, il secondo costituisca una longa manus del primo, con la conseguente imputazione dell’atto di accertamento e riscossione a quest’ultimo.

Ne consegue che, ritenuto irragionevole ai fini del radicamento della competenza territoriale, per le ragioni evidenziate, il riferimento alla sede del soggetto cui è affidato il servizio di riscossione, non può che emergere il rapporto sostanziale tra l’opponente e l’ente concedente.

Alla sede di quest’ultimo, ai fini della determinazione della competenza, non vi è quindi alternativa.

Pertanto va dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 32, comma 2, del d.lgs. n. 150 del 2011, nella parte in cui dopo le parole «È competente il giudice del luogo in cui ha sede l’ufficio che ha emesso il provvedimento opposto» non prevede le parole «ovvero, nel caso di concessionario della riscossione delle entrate patrimoniali, dell’ente locale concedente».

CONFORMI:

RIFIUTI/TARSU – Tariffe – Parcheggio scoperto e scoperto – Non assimilabilità – Cassazione – Ordinanza 16686 del 21/6/2019

L’area scoperta adibita a parcheggio, pur potendo essere qualificata come rimessa di autoveicoli, con rapporto di “species” a “genus” e dovendosi escludere l’esimente di cui all’ad. 62, comma 2, del d.P.R. 15 novembre 1993, n. 507 per inidoneità dell’area a produrre rifiuti, essendo la stessa luogo frequentato da veicoli e persone, potenzialmente idonea alla produzione di rifiuti (Cass. 2754/2012), non può essere totalmente equiparata all’area coperta.. “